Le società di costruzione negli Stati Uniti hanno avviato un basso numero di nuovi cantieri, prediligendo la chiusura dei vecchi entro il 1 luglio 2010.
Le società di costruzione hanno avviato un numero piuttosto basso di nuovi cantieri negli Stati Uniti durante il mese di maggio. Secondo gli analisti questo sarebbe un chiaro segno di come il mercato immobiliare sia stato drogato nel corso degli scorsi mesi dalla presenza del noto vantaggio fiscale di 8 mila dollari per gli acquirenti di una prima casa, e di come – senza tale supporto – sia impossibile ipotizzare una ripresa convinta delle attività.
Il bonus fiscale prevede infatti che i potenziali acquirenti di una prima casa effettuino una compravendita immobiliare di un’unità residenziale entro il 1 luglio 2010, a patto che essi abbiano concluso un precedente preliminare di compravendita (o un compromesso equivalente) entro il 30 aprile 2010.
Quanto sopra ha prodotto delle differenti priorità nel comportamento delle società di settore, che si sono affrettate a concludere i lavori nei cantieri giù aperti, “tralasciando” invece le nuove accensioni, che verranno probabilmente posticipate nei prossimi trimestri (salvo che la timeline prevista precedentemente per il 1 luglio non venga rinviata, come da proposta di parte del Senato degli Stati Uniti).
Allo stato attuale delle cose, commentiamo però dati in declino per ciò che concerne l’avvio di nuove realizzazioni abitative, in flessione di 10 punti percentuali a maggio 2010, per un volume annualizzato di 593 mila unità. Si tratta del calo più grave dal mese di marzo 2009, a detta del monitoraggio compiuto dal Dipartimento del Commercio di Washington.
In flessione anche le concessioni edilizie, un dato “anticipatore” del presumibile avvio dei nuovi cantieri, che sono diminuiti in maniera inaspettata a un recente minimo storico: mai così male da circa 12 mesi. Negativo anche il dato sull’avvio dei lavori delle case unifamiliari, che hanno conseguito un livello minimo dal 1991.