Secondo quanto sostiene la società RealtyTrac, in quasi tre quarti delle città statunitensi, nel corso del 2010 il volume dei pignoramenti avrebbe conosciuto un rialzo più o meno sensibile, chiudendo pertanto tale esercizio con un risultato peggiore di quanto rilevato nel 2009.
La società che ha effettuato l’analisi da cui sopra abbiamo tratto l’estrema sintesi, ha infatti affermato che il peggioramento del fenomeno avrebbe interessato il 72% delle città del Paese nordamericano con una popolazione di almeno 200 mila abitanti.
Sul fronte dei record – ben poco invidiabili – le tre città che hanno occupato il podio delle metropoli con gli incrementi più significativi sono avvenuti a Houston, Seattle e Atlanta, le cui proporzioni di aumento dei pignoramenti hanno “battuto” quelle delle principali 20 città della nazione.
Non è inoltre una coincidenza che ben 19 delle principali 20 città colpite dal fenomeno siano appartenenti alla California, alla Florida, al Nevada e all’Arizona, le nazioni dell’Unione dove il boom dei pignoramenti è partito, e dove il fenomeno continua ad assumere connotati preoccupanti.
Con un tasso di disoccupazione stabilmente sopra il 9%, è altamente probabile che anche il 2011 possa essere caratterizzato da un peggioramento del contesto, che a sua volta dovrebbe trascinare al ribasso i valori commerciali delle proprietà abitative locali.