Negli Stati Uniti il mese di agosto 2010 ha sconfitto i precedenti record in materia di pignoramenti.
I pignoramenti di proprietà immobiliari ad uso abitativo, negli Stati Uniti, hanno toccato un nuovo livello record durante il mese di agosto quando, secondo i dati riportati da RealtyTrac in un recente studio, il volume si è collocato su soglie non riscontrate in precedenza, per la terza volta dal mese di marzo 2010.
Gli spossessamenti di tali proprietà immobiliari in favore delle banche creditrici hanno infatti toccato quota 95.364 unità, con un incremento su base annua pari a un quarto, e ponendosi come anticamera nei confronti di un record annuo che – salvo sorprese – verra probabilmente battuto da un 2010 molto negativo.
Gli analisti di RealtyTrac ricordano inoltre che uno degli effetti principali di questa esplosione dei pignoramenti consiste nella crescente “fornitura” di nuove case in vendita sul mercato immobiliare: uno scenario che contribuisce a generare evidenti pressioni al ribasso nei valori commerciali delle case, con un gap domanda – offerta in fase di allargamento.
Quanto sopra è pertanto una delle determinanti del calo dei prezzi delle case nel mercato statunitense, che secondo quanto rivela l’indice Standard & Poor/Case – Shiller sono calati di ben 28 punti percentuali rispetto ai livelli del 2006, almeno per quanto concerne le 20 principali aree metropolitane del Paese.
Il ritmo più elevato di crescita dei pignoramenti spetta – e non è certo una sorpresa – al Nevada, con una crescita che prosegue da quasi quattro anni in maniera ininterrotta. Male anche la Florida, seconda in questa particolare classifica, che precede di poco l’Arizona, la California e l’Idaho.