Secondo lo studio di Citigroup, le vendite di case usate negli States ha toccato il livello minimo record.
Le rivendite di proprietà immobiliari ad uso abitativo negli Stati Uniti dovrebbero aver conseguito un nuovo minimo storico record nel corso del mese di luglio, a causa della scadenza del beneficio fiscale federale, la cui mancanza sta ora trascinando al ribasso il volume delle attività del mercato immobiliare nordamericano: a sostenerlo è Josh Levin, analista della Citigroup, che ha compiuto un periodico monitoraggio sul real estate locale.
Lo studio di Citigroup dimostra infatti che le stime di luglio hanno riscontrato un tasso annualizzato di proprietà immobiliari non nuove vendute pari a 4,1 milioni di unità, per una proiezione che è inferiore al 10% rispetto al volume annualizzato del mese di novembre 2008, che rappresentava fino a poco fa l’altro record storico negativo (nel penultimo mese dell’anno furono riscontrate vendite per 4,53 milioni di unità annualizzate).
La stima dell’istituto di credito americano sostiene pertanto che sulla base mensile il calo delle vendite annualizzate sarebbe pari addirittura al 24%, visto e considerato che nel corso del mese di giugno il volume delle case vendute (su proiezione) è stato pari a 5,37 milioni di unità.
Ricordando la determinante principale di questa evoluzione dello scenario immobiliare statunitense, evidenziamo come le vendite siano mediamente calate del 30% nel mese di maggio, qualche giorno, cioè, dopo la scadenza del bonus fiscale di 8 mila dollari reso a disposizione per gli acquirenti di una prima casa da parte dell’amministrazione governativa.
Per usufruire del bonus era necessario sottoscrivere un preliminare di vendita entro il 30 aprile, e portare poi a compimento un passaggio definitivo di proprietà entro la data del 1 luglio.
Gli effetti negativi di queste scadenze dovrebbero – secondo le principali analisi – farsi sentire per tutta la restante parte del 2010.