Immaginate di essere in procinto di comprare casa e di avere bisogno di accendere un mutuo. Con la crisi che c’è a livello finanziario e con le misure adottate dagli organismi sovranazionali, la convenienza è tutta nei prodotti variabili.
Oggi che c’è una profonda crisi finanziaria, gli aspiranti mutuatari hanno tutto l’interesse a sottoscrivere mutui a tasso variabile, sperando tra l’altro che la crisi duri a lungo. In un momento di crisi della liquidità, infatti, a livello sovranazionale, tramite la BCE sono fatte delle scelte che incidono sull’attività bancaria e di riflesso sulle rate dei mutui. Entriamo nel vivo della situazione.
I mutui a tasso variabile indicizzati con l’Euribor stanno vedendo assottigliarsi giorno dopo giorno l’entità della rata. Questo vuol dire che mensilmente gli italiani che hanno sottoscritto un mutuo variabile Euribor, pagano rate più leggere alla banca. Con le nuove misure in programma, la BCE promette di abbassare ulteriormente i tassi. Ci si è chiesti allora cosa succerebbe se l’Euribor, già ridotto ai minimi termini, andasse sotto zero.
Premettendo che è un’eventualità esclusa da moltissimi esperti, quella di vedere l’Euribor a 1 e 3 mesi con segno negativo, vediamo come si dovrebbero comportare le banche se non avessero specificato qualcosa di diverso.
Visto che il tasso sul quale si calcola la rata è dato dallo spread + l’Euribor, qualora quest’ultimo diventasse negativo, dovrebbe essere sommato algebricamente allo spread determinando un calo ulteriore della rata mensile o trimestrale. Un risparmio garantito per i mutuatari che le banche, probabilmente non avevano previsto.
Un’indagine del Sole 24 Ore ha dimostrato che molti contratti di mutui non prendono in considerazione il valore negativo dell’Euribor per questo l’ipotesi della somma algebrica diventa l’unica strada percorribile.