La Svizzera è sempre più vicina al rischio di una bolla immobiliare. A dircelo sono gli economisti di UBS, uno dei principali gruppi bancari del mondo, secondo cui l’ultimo aumento dei prezzi delle abitazioni nell’area elvetica, unitamente a un’inflazione lievemente negativa e una stabilità dei redditi, potrebbe essere determinati della formazione di una pericolosa bolla speculativa sul settore immobiliare nazionale.
I tassi di interesse ai minimi storici danno inoltre l’input per un sovraindebitamento con garanzie ipotecarie: convinti da condizioni di onerosità così convenienti, in altri termini, famiglie e investitori di varia natura stanno ricorrendo all’impiego sul mattone in quantità eccessive, alimentando quella che – secondo gli analisti di UBS – potrebbe essere una nociva bolla immobiliare, potenzialmente pregiudizievole.
Sempre stando a quanto affermano gli analisti UBS, l’indice svizzero del settore immobiliare avrebbe toccato quota 0,80 punti nell’ultima parte del 2011, con una progressione di 0,22 punti rispetto al trimestre precedente, toccando un livello massimo negli ultimi 20 anni, e avvicinandosi a quella che viene ordinariamente considerata quale “soglia psicologica” di alto rischio, pari a 1,00 punti.
Oltre a convincere le famiglie ad acquistare la casa nella quale abitare, i tassi di interesse così bassi, sui mutui ipotecari, stanno generando una corsa alla liquidità da parte degli operatori, che preferiscono ipotecare il proprio immobile per reperire così denaro a buon mercato, da utilizzarsi per il compimento di altre spese estranee alle finalità abitative.
Per quanto concerne un andamento territoriale, i rischi non si presentano con un buon grado di omogeneità, concentrandosi prevalentemente a Zugo, Pfannenstiel, Zimmerberg, March, Vevey, Morges, Nyon, Davos: aree dove vive circa il 22% della popolazione elvetica. Minori i rischi in aree più popolose, come il Ticino, che non risulterebbe nemmeno nelle zone da monitorare per il futuro a breve termine.
