Pochi giorni fa abbiamo fatto il punto su quanto sta accadendo all’interno del mercato immobiliare di Singapore, anticipando come il governo avrebbe potuto mettere in atto novità sul fronte fiscale per cercare di attenutare la dinamicità delle operazioni di compravendita immobiliare (soprattutto da parte di grandi investitori stranieri) con ciò che ne comporta sul fronte della disponibilità commerciale residenziale e – soprattutto – sul fronte dei prezzi delle proprietà immobiliari ad uso abitativo, e non solo.
Ebbene, il governo ha ora introdotto nuove imposte sugli acquisti delle proprietà residenziali della zona. Imposte che vanno a colpire esclusivamente gli acquirenti stranieri, al fine di scoraggiare eccessivi investimenti di chi proviene da oltre confine, in grado di alimentare una pericolosa bolla speculativa all’interno del real estate di Singapore.
Più nel dettaglio, le società e i privati cittadini stranieri che desideranno acquistare una proprietà immobiliare residenziale a Singapore, dovranno ora pagare una sovra tassa pari al 10%: un balzello molto oneroso e significativo, che effettivamente – a nostro parere – potrebbe fungere da deterrente nei confronti delle compravendite immobiliari compiute da cittadini stranieri, come ad esempio i non troppo lontani cinesi.
Le nuove tasse sul settore immobiliare di Singapore vanno altresì a colpire anche coloro che risiedono in maniera non occasionale nel Paese, e i locali: per i primi, nel caso in cui decidessero di acquistare una seconda casa, verrà applicato un prelievo fiscale extra pari al 3%; per i secondo, nel caso in cui optassero per l’acquisto di una terza casa, l’applicazione del prelievo fiscale sarà nell’ugual misura.
A spiegare il provvedimento, il ministro delle finanze Tharman Shanmugaratnam: “Abbiamo sempre avuto dei mercati aperti, e continueremo a farlo. Tuttavia, la realtà che è il flusso di investimenti nel nostro mercato immobiliare è ora molto più ampio che in precedenza, e impossibilitato a calare a causa dei tassi di interessi bassi”.