Vivere la casa nella sua pienezza e saperlo fare è quel che rende l’acquisto di un immobile fonte di soddisfazione. Il problema è che può capitare di dover traslocare, almeno una volta nella vita e bisogna allora sapere che cambiare casa è ancora più stressante che divorziare.
Forse ci sono delle analogie: ci si separa da una casa e ci si separa da una persona. È triste che separarsi da qualcosa sia più difficile che separarsi da qualcuno. Tutto è nelle motivazioni che portano al trasloco: è scelto? È necessario? È voluto? Una ricerca – riportata da Immobiliare.it – spiega che traslocare è peggio che divorziare, quanto a stress accumulato. A condurre la ricerca è stata un’azienda inglese attiva nel settore elettrico, che ha chiesto ad un panel di 2000 adulti quali fossero i fenomeni più deleteri per le proprie condizioni psicofisiche. Il risultato è sorprendente:
la classifica ha rivelato che il trasloco è la cosa più logorante per il 62% degli inglesi, mentre divorzi e cambio di posto di lavoro vengono indicati dal 43% del campione.
Ma perché i traslochi sarebbero così stressanti per gli inglesi? Si può dire che siano stressanti anche per gli italiani? I numeri della ricerca parlano chiaro:
Nel 25% dei casi l’elemento di maggior stress indicato è stato il cambio di indirizzo, da comunicare a tutti i soggetti interessati (consegne a domicilio, spedizioni e pacchi…), mentre il 20% ha dichiarato che è stato proprio l’impacchettamento dei propri averi e lo spostamento verso casa nuova a causare la maggiore fonte di stress. Un altro 14%, poi, ha motivato la sua decisione per via del processo di smontaggio arredi, colpevole di aver causato in molti dei veri e propri traumi; il 13% ha avuto problemi per via delle letture dei contatori e dei disguidi con i fornitori, mentre l’11% ha dichiarato di aver dovuto gestire problemi per gli allacci delle nuove utenze.