Il numero delle case non nuove, vendute all’interno del mercato immobiliare americano nel corso del mese di settembre, ha continuato a diminuire, come ampiamente previsto dalle principali stime compiute dagli osservatori locali. A pesare sul dato, il pessimismo sull’evoluzione della situazione economica nazionale e internazionale, e un tasso di disoccupazione che permane ancora al di sopra dei 9 punti percentuali.
Gli acquisti di case usate sono così diminuiti di 3 punti percentuali a volume annualizzato pari a 4,91 milioni di unità, impedendo pertanto al mercato di poter consolidare una fase di stallo. Il prezzo medio di conclusione delle transazioni di vendita si è collocato a un livello inferiore di 3,5 punti percentuali rispetto a quanto era stato riscontrato nello stesso periodo dello scorso anno.
Come detto, la causa principale di questa evoluzione negativa dello scenario del real estate americano è imputabile al pessimismo che sul territorio statunitense sta incrementando in tutte le fasce della popolazione, convinte che l’economia continuerà a peggiorare anche nel corso dei prossimi trimestri. Il tasso di disoccupazione sopra il 9% impedisce altresì di poter guardare con ottimismo al rilancio del mercato del lavoro, mentre evidenti condizioni di ristrettezze creditizie da parte degli istituti di credito nazionali bloccano al ribasso i volumi di mutui e, di conseguenza, di conclusione delle operazioni immobiliari.
A nulla sembra servire la straordinaria convenienza del costo del denaro: applicati alle operazioni di mutuo sono infatti eccezionalmente bassi, rendendo così l’indebitamento per l’acquisto di una prima casa mai così vantaggioso da decenni a questa parte.
Ogni ripresa sarà “lunga e difficile”, sottolineano gli analisi della Wells Fargo Securities, che puntano il dito anche sul fronte dei pignoramenti immobiliari, che produrranno per molto tempo le ben note pressioni al ribasso nei valori commerciali delle case americane.