In un contesto nel quale tutti, bene o male, stanno cercando di fare cassa andando a dismettere tutto ciò che non è strumentale, anche la Chiesa sembra essere in procinto di cedere sul mercato alcuni pezzi pregiati del proprio patrimonio immobiliare. A parlarne è stato un recentissimo approfondimento condotto dal quotidiano economico finanziario Il Sole 24 Ore, che ha intervistato Ugo Gabino, uno dei fondatori del Gruppo Re, e storico consulente immobiliare del mondo ecclesiastico.
Stando a quanto sosteneva sulle pagine del quotidiano italiano, “aumenta il numero di unità messe sul mercato, in termini quantitativi, rispetto al passato. Gli enti religiosi più in difficoltà stanno vendendo”. Difficile tuttavia poter estrapolare dei numeri, visto e considerato che non esistono proiezioni ufficiali (vedi anche Un immobile su cinque è in mano alla Chiesa).
Di fatti, proseguiva il giornale, “a quantificare il valore del mattone della Chiesa sono solo delle stime, per ultima quella pubblicata un mese fa dal Sole 24 Ore: su 2mila miliardi di euro di immobili disseminati nel mondo, circa la metà sono in Italia e si tratta del 20% del patrimonio nazionale”. Le cifre – affermava Gabino, “sono del tutto ipotetiche e sconosciute ma ogni ente religioso occupa e possiede immobili, che utilizza o riceve in eredità. Si tratta di un patrimonio molto vasto, diffuso su tutto il territorio”.
Quel che è certo che è, ricorda ancora il fondatore di Re, “tutti i giorni la Chiesa vende qualcosa, tutti i giorni acquisisce qualcosa. I lasciti immobiliari, seppur in forte calo negli ultimi anni, sono sempre esistiti”. A finire sul mercato sono invece soprattutto le realtà che si occupano della scuola e del welfare e che in diverse ipotesi , conclude Gabino, “toccano il baratro dell’inefficienza dal punto di vista economico. I prezzi degli immobili continuano a scendere e l’aumento frenetico dei costi di gestione ha impoverito diverse realtà nell’ultimo periodo, spingendole a mettere mano al loro patrimonio. Il calo demografico svuota le scuole private, quello delle vocazioni i seminari”.